Cloud vs on premise: differenze, vantaggi e costi a confronto
Data: 3 Giugno 2025Di fronte al tema on premises vs cloud, le considerazioni da fare sono almeno due: innanzitutto, pur trattandosi di un argomento ricorrente da almeno un decennio, parlare di una vera e propria contrapposizione tra i due tipi di infrastruttura IT è di fatto una forzatura.
Nonostante il modello IT on-prem rappresenti l’approccio tradizionale, vincolato al peso dell’acquisto di hardware e licenze software, e il cloud sia invece sinonimo di massima agilità, scalabilità e ottimizzazione dei costi, la realtà è che entrambi gli approcci hanno punti di forza e debolezze e che appunto, come si vedrà successivamente, il modello migliore è quello che riesce a combinare il valore di entrambi.
La seconda considerazione è racchiusa nel titolo: in un ipotetico scontro on premises vs cloud, è necessario scegliere? Di fatto, la risposta è negativa: oggi è possibile combinare i benefici di entrambi in un unico ambiente ibrido.
On-premise: definizione e caratteristiche del data center privato
Il modello on-premise rappresenta l’approccio tradizionale nell’ambito delle infrastrutture IT. Con “on-premise” si intende che l’azienda ospita e gestisce il proprio data center privato direttamente all’interno dei suoi locali.
Con questa scelta, la tua organizzazione possiede fisicamente i server, lo storage, le apparecchiature di rete e le licenze software, installandoli e mantenendoli all’interno della propria sede.
Questo implica la piena responsabilità sulla gestione quotidiana, la manutenzione dell’hardware, gli aggiornamenti software, il backup dei dati e l’intera postura di sicurezza dell’infrastruttura IT. Dalla complessità del data center dipendono la specializzazione e l’onere delle professionalità coinvolte nella sua gestione.
Il cloud: cos’è e come ha rivoluzionato l’infrastruttura IT
Quando si parla di cloud, ci si riferisce solitamente alla sua declinazione pubblica, il modello che ha ridefinito il modo in cui le aziende accedono alle risorse informatiche e le utilizzano. Attori come Amazon AWS, Microsoft Azure e Google Cloud Platform ne sono gli esempi più noti, offrendo servizi che hanno trasformato il paradigma IT.
Nel modello cloud pubblico, il data center privato dell’azienda semplicemente non c’è. Al suo posto, un provider esterno fornisce via web risorse di elaborazione, storage, networking, piattaforme di sviluppo e applicazioni, basandosi sulle specifiche necessità di consumo. Questo ha introdotto un cambio di paradigma fondamentale: dal possesso dell’infrastruttura (spese CapEx) al suo utilizzo come servizio, con costi calcolati in funzione delle risorse effettivamente consumate (spese OpEx). È il concetto del modello “as-a-service”, dove paghi solo per ciò che usi.
Questa rivoluzione ha modificato profondamente le modalità con cui persone e aziende acquistano servizi IT, portando una netta semplificazione rispetto alle dinamiche del mondo on-premise. I principali vantaggi di questo modello includono una scalabilità pressoché illimitata, la massima agilità e una potenziale ottimizzazione dei costi, trasformando radicalmente l’infrastruttura IT.
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Confronto diretto: le 5 differenze chiave tra cloud e on-premise
La scelta tra cloud e on-premise non è una decisione banale. Conoscere le differenze tra questi due modelli di infrastruttura IT è utile ad allineare la tecnologia agli obiettivi strategici della tua azienda. Vediamo insieme quali sono le 5 differenze chiave da considerare:
- Costi: l’on-premise implica investimenti iniziali significativi in hardware e licenze software, rientrando nel modello CapEx (spese in conto capitale). Il cloud, al contrario, si basa sul modello OpEx (spese operative), con costi variabili calcolati sul consumo effettivo delle risorse, senza necessità di grandi investimenti iniziali.
- Controllo e sicurezza: con l’on-premise, l’azienda ha il pieno controllo fisico e logico della sua infrastruttura, gestendo direttamente tutte le misure di sicurezza. Nel cloud, la responsabilità è condivisa: il provider garantisce la sicurezza dell’infrastruttura di base, mentre il cliente è responsabile della sicurezza dei propri dati e delle configurazioni all’interno dei servizi utilizzati.
- Scalabilità: la scalabilità in ambiente on-premise è più rigida e richiede una pianificazione a lungo termine, spesso con l’acquisto e l’installazione di nuovo hardware. Il cloud offre una scalabilità altamente flessibile e on-demand, permettendo di aumentare o diminuire le risorse quasi istantaneamente in base alle esigenze mutevoli del business.
- Manutenzione: nell’on-premise, l’onere completo della manutenzione (hardware, software, aggiornamenti) ricade sul team IT interno dell’azienda, che deve dedicare risorse e tempo a queste attività. Nel cloud, la manutenzione dell’infrastruttura sottostante è gestita interamente dal provider, alleggerendo significativamente il carico operativo del cliente.
- Implementazione: l’implementazione di una soluzione on-premise può richiedere settimane o mesi per l’acquisto, l’installazione e la configurazione dell’hardware e del software. I servizi cloud, invece, possono essere attivati e resi operativi in pochi minuti, permettendo una reattività e una velocità di messa in opera che non ha rivali.
Vantaggi e svantaggi del modello on-premise
Il modello on-premise, pur essendo l’approccio tradizionale, presenta degli aspetti distintivi che lo rendono una scelta strategica per determinate realtà aziendali. Nonostante ciò, comporta delle sfide significative che vanno considerate attentamente. Per fare una valutazione attente è assolutamente necessario tenere in considerazione questi vantaggi e svantaggi:
Vantaggi del modello on-premise:
- Controllo totale su dati, infrastruttura e policy di sicurezza: il vantaggio principale del data center on-prem si riassume nel termine “controllo”. I dati sono confinati al suo interno, permettendo di implementare rigide policy di sicurezza e di verificare ogni momento la conformità.
- Maggiore facilità nel garantire la conformità a normative specifiche di settore: per settori particolarmente stringenti (per esempio, quello bancario o sanitario), la possibilità di avere i dati e l’infrastruttura interamente sotto il proprio controllo facilita enormemente il rispetto delle normative vigenti e la gestione degli audit.
- Personalizzazione dell’infrastruttura: l’azienda può configurare e personalizzare ogni componente hardware e software per aderire perfettamente alle proprie esigenze uniche, senza le limitazioni imposte da un provider esterno.
Svantaggi del modello on-premise:
- Costi iniziali di acquisto (CapEx) molto elevati: nel classico data center, server, unità SAN, switch e unità per il backup sono acquistati dall’azienda mediante spese in conto capitale (CapEx). Questi sono investimenti iniziali significativi che vengono poi ammortizzati nel tempo.
- Complessità di gestione e necessità di personale IT specializzato: l’azienda ha l’onere di gestire l’intera infrastruttura. Questo implica la necessità di un team IT interno altamente specializzato per la configurazione, la manutenzione, il monitoraggio e il troubleshooting, contribuendo al TCO (Total Cost of Ownership).
- Scalabilità lenta, costosa e da pianificare con largo anticipo: creare un ambiente on-premise capace di un elevato livello di scalabilità è complesso. Aumentare o diminuire le risorse richiede l’acquisto e l’installazione di nuovo hardware, con tempi e costi che rendono la scalabilità un processo molto meno agile rispetto al cloud.
Vantaggi e svantaggi del modello cloud
Il modello cloud ha rivoluzionato l’approccio all’infrastruttura IT, portando con sé una serie di benefici notevoli in termini di agilità e flessibilità. Bisogna però essere consapevoli anche delle sue intrinseche sfide.
Vantaggi del modello cloud:
- Costi basati sul consumo (OpEx) senza investimenti iniziali: l’ottimizzazione dei costi è uno dei maggiori vantaggi. Le spese sono calcolate in funzione delle risorse effettivamente consumate (modello as-a-service), eliminando la necessità di ingenti investimenti iniziali in hardware (CapEx).
- Scalabilità e agilità quasi illimitate: i grandi provider offrono elaborazione e storage con capacità pressoché illimitate. Questo permette di assecondare esigenze aziendali che cambiano di continuo, aumentando o diminuendo le risorse quasi istantaneamente e garantendo massima agilità.
- Accessibilità da qualsiasi luogo e facilità di collaborazione: i servizi cloud sono forniti via web, consentendo l’accesso alle risorse da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Ciò promuove una maggiore facilità di collaborazione e una semplificazione delle dinamiche di lavoro, specialmente in contesti distribuiti.
Svantaggi del modello cloud:
- Minore controllo diretto sui dati, che risiedono presso un provider terzo: a differenza dell’on-premise, nel cloud i dati e i workload non risiedono più all’interno del perimetro aziendale. Questo può sollevare questioni relative al controllo diretto e alla governance delle informazioni, specialmente in settori fortemente regolamentati.
- Dipendenza totale dalla connettività internet: l’accesso ai servizi cloud è interamente vincolato alla disponibilità e alla stabilità della connessione internet. Interruzioni o rallentamenti della rete possono impedire l’accesso alle risorse aziendali, impattando sulla continuità operativa.
- Complessità nella previsione dei costi mensili, con rischio di spese impreviste: sebbene il modello as-a-service offra flessibilità, la dinamica basata sul consumo può rendere la previsione dei costi molto complessa. Esiste il rischio di esaurire i budget anzitempo o di incorrere in spese inattese se l’utilizzo delle risorse non è monitorato attentamente.
Queste considerazioni sono fondamentali per ogni azienda che guarda al futuro e all’integrazione di nuove tecnologie. Per approfondire come l’AI e cloud nel 2025 stanno definendo nuovi scenari, esplora le nostre analisi.
La soluzione ibrida: il meglio di entrambi i mondi
Nel dibattito “on-premise vs cloud”, la realtà attuale mostra che la scelta tra i due modelli è spesso una forzatura. Oggi, l’approccio vincente per la maggior parte delle aziende moderne è la soluzione ibrida, un modello che integra sinergicamente i punti di forza di entrambi gli ambienti.
Il modello di maggiore successo è l’hybrid cloud, inteso come un’unica infrastruttura gestita che combina le risorse del data center on-premise con quelle del cloud pubblico.
Questo significa estendere la tua infrastruttura privata verso il cloud, creando un ecosistema coeso. In questo modo, le aziende possono mantenere il controllo e la sicurezza sui dati più critici e sui workload sensibili all’interno del proprio perimetro privato, beneficiando al tempo stesso della flessibilità e agilità del cloud pubblico per gestire picchi di carico, sviluppare nuove applicazioni e innovare rapidamente.
L’hybrid cloud, infatti, unisce il “meglio dei due mondi”, offrendo una governance unica su tutte le risorse e adattandosi dinamicamente alle esigenze del business.
FAQ: le risposte alle domande più comuni
La scelta tra on-premise e cloud, o la loro combinazione, genera spesso dubbi importanti per le aziende. Qui trovi le risposte alle domande più frequenti per fare chiarezza.
Per una PMI è più conveniente il cloud o l’on-premise?
Generalmente, il cloud è più conveniente per una PMI, soprattutto per i costi iniziali. Il modello OpEx del cloud elimina la necessità di grandi investimenti in hardware e software, rendendo l’IT più accessibile e scalabile. L’on-premise, con il suo modello CapEx e la necessità di gestione interna, richiede un impegno finanziario e di risorse IT più elevato, che per molte PMI può essere proibitivo.
Quale soluzione offre maggiore sicurezza per i dati sensibili?
Entrambe le soluzioni possono offrire elevati livelli di sicurezza, ma con approcci diversi. L’on-premise garantisce il controllo totale e l’isolamento fisico dei dati all’interno del proprio perimetro, spesso preferito per normative settoriali molto stringenti. Il cloud, invece, si affida agli elevati investimenti in sicurezza dei grandi provider e a una gestione proattiva, offrendo robustezza e resilienza. La scelta dipende dal livello di controllo diretto che desideri e dalla fiducia nel provider, oltre alla corretta configurazione da parte del cliente.
È complesso migrare da un’infrastruttura on-premise al cloud?
La migrazione da un’infrastruttura on-premise al cloud può essere un processo complesso e non è istantanea. Richiede una pianificazione accurata, competenze tecniche specifiche e una gestione attenta per garantire la continuità operativa e la sicurezza dei dati. Spesso, le aziende optano per un approccio graduale o adottano subito una soluzione ibrida per facilitare la transizione. Affidarsi a un partner specializzato può semplificare notevolmente il percorso.
Quando ha senso adottare una soluzione ibrida?
Adottare una soluzione ibrida ha senso quando la tua azienda ha bisogno di combinare i benefici di entrambi i mondi. È l’ideale se possiedi dati o applicazioni critiche che richiedono il massimo controllo e la conformità on-premise, ma desideri anche la flessibilità, la scalabilità e l’agilità del cloud pubblico per altri workload. Il cloud ibrido permette di ottimizzare i costi, innovare rapidamente e gestire carichi di lavoro variabili, mantenendo al contempo la sicurezza e il controllo sulle risorse più sensibili.