Sistemi di backup: proteggere i dati critici aziendali con soluzioni affidabili

Data: 15 Maggio 2025

In ogni azienda, la protezione dei dati è fondamentale per assicurare la continuità operativa e limitare i rischi derivanti da perdite accidentali, errori, incidenti cyber e guasti ai dispositivi. Il backup, a tal fine, è una soluzione solida e imprescindibile di qualsiasi strategia di business continuity. Vediamo di cosa si tratta ed esploriamo strategie e tecnologie a supporto della data resilience.

 

Cosa si intende per backup e perché è essenziale

Il backup consiste nella creazione e conservazione di copie di sicurezza di dati, file e applicazioni aziendali, garantendo un rapido ripristino in caso di eventi imprevisti che impediscano l’accesso ai sistemi in produzione. Questo processo, centrale ai fini della resilienza aziendale, permette non soltanto di recuperare le informazioni perdute, ma anche di minimizzare i tempi di inattività, evitando impatti economici, legali e operativi di rilievo.

 

L’importanza di un backup frequente

La frequenza dei backup è un aspetto fondamentale di ogni strategia di protezione dei dati: eseguendoli con maggiore regolarità, si riduce l’impatto di un eventuale ripristino. A questo scopo vengono utilizzati specifici KPI, come l’RPO (Recovery Point Objective), che determina la quantità massima di dati che un’azienda può permettersi di perdere in caso di interruzione. Maggiore è la frequenza dei backup, minore sarà la perdita di dati e di transazioni.

 

Perché è cruciale proteggere i dati aziendali

La digitalizzazione dei processi ha reso i dati un asset strategico, ma ha anche aumentato l’esposizione a potenziali minacce. Un backup frequente riduce il rischio di perdita di dati critici, evento che espone l’azienda a molteplici conseguenze:

  • Danni economici e contrattuali: la perdita di dati può compromettere la continuità operativa, impedendo all’azienda di adempiere alle proprie obbligazioni contrattuali.
  • Rischi di compliance: molti settori sono soggetti a normative stringenti sulla protezione e conservazione dei dati.
  • Danni reputazionali: un’azienda che subisce una perdita di dati senza un adeguato piano di ripristino rischia di perdere la fiducia di clienti e partner.

 

Strategie per garantire backup regolari ed efficaci

Soprattutto nelle realtà di medie e grandi dimensioni, il backup non può essere un’attività una tantum. I dati sono spesso frammentati su diversi sistemi, hanno differenti requisiti (RPO e RTO) di ripristino e un diverso livello di criticità rispetto al business aziendale. Va dunque sempre sviluppata una strategia prima di passare all’implementazione. Alcuni pilastri sono:

  • Pianificazione, ovvero stabilire una frequenza di backup adeguata alle esigenze aziendali e alla tipologia di dato da proteggere. Non tutti i dati richiedono backup continui e frequenti. Sotto questo profilo, le soluzioni più recenti non prevedono una necessaria pianificazione manuale del job di backup, ma gestiscono in automatico le attività per rispettare i livelli di servizio concordati.
  • Diversificazione: è consigliabile usare diverse tipologie di backup (completo, incrementale, differenziale) per ottimizzare tempi e risorse.
  • Strategia 3-2-1 e le sue evoluzioni. È una tipica strategia di protezione dei dati, che prevede di avere 3 copie, su 2 supporti diversi e 1 copia off-site. Nel corso degli anni, questa è stata aggiornata per garantire una maggiore sicurezza e resilienza. Oggi, si parla di strategia 3-2-1-1-0, che prevede:
  • 3 copie dei dati
  • 2 su supporti diversi
  • 1 copia off-site
  • 1 copia offline (immutabile)
  • 0 errori, grazie a test automatici di recovery
  • Immutabilità dei dati. L’immutabilità garantisce che una copia dei dati non possa essere modificata, eliminata o sovrascritta per un periodo prestabilito, proteggendo così i backup da molteplici minacce. Questa caratteristica andrebbe applicata su tutta la filiera del backup, dalla prima copia on-site fino alle copie off-site, assicurando che almeno una versione resti sempre intatta e recuperabile. L’immutabilità può essere implementata attraverso diverse tecnologie, ma soprattutto mediante backup su storage WORM (Write Once, Read Many), che impedisce la modifica o cancellazione dei dati una volta scritti.
  • Automazione: le migliori strategie di backup fanno affidamento sull’automazione per ridurre il rischio di errori e per garantire la costanza dei backup. La corretta esecuzione dei backup va comunque sempre supervisionata.
  • Test: una strategia valida comprende test di ripristino per verificare l’integrità dei backup e la capacità di recupero dei dati.

 

Tecnologie di backup moderne

Nonostante siano un pilastro della protezione dei dati da decenni, anche i sistemi di backup sono andati incontro a un’evoluzione importante a livello tecnologico e metodologico. Lo sviluppo delle infrastrutture ha portato alla diffusione di backup in cloud e backup as-a-service (BaaS), ma anche di backup ibridi e di sistemi di automazione intelligenti, migliorando l’efficienza e la sicurezza dei processi.
 

Soluzioni di backup in cloud: vantaggi e svantaggi

Il backup in cloud offre la massima scalabilità unita all’abbattimento dei costi infrastrutturali. In un modello as-a-service (BaaS), l’azienda paga infatti solo lo spazio che usa e le operazioni che effettua (trasferimenti dati), senza necessità di acquistare e di gestire l’infrastruttura sottostante.

I vantaggi includono principalmente la scalabilità del cloud e la distribuzione geografica dell’infrastruttura degli hyperscaler, che protegge contro eventi (soprattutto, naturali) avversi. Tuttavia, vanno messe in conto anche delle sfide, come la gestione dei costi – non sempre facilmente prevedibili in un paradigma as a service – e rischi legati alla conformità normativa.
 

Backup ibrido: combinare il meglio di entrambi i mondi

Il backup ibrido combina l’impiego di infrastrutture on-premises con risorse cloud, offrendo i benefici del controllo locale (soprattutto in ottica di compliance normativa) con la scalabilità dell’infrastruttura degli hyperscaler. Come in ogni paradigma ibrido, la componente locale può essere un private cloud in-house o essere hosted presso un provider di infrastruttura IT.
 

Innovazioni nel backup automatizzato

Le soluzioni di backup diventano sempre più efficaci grazie all’evoluzione delle tecnologie sottostanti. Come detto, in questo mondo l’automazione è pervasiva, e può essere agevolmente potenziata con tecniche di analisi dei dati per identificare anomalie, prevenire possibili guasti e anche per suggerire la strategia migliore in funzione del tipo di dato da proteggere.
 

La relazione tra backup e disaster recovery

Backup e disaster recovery sono due componenti chiave della business continuity, ma hanno ruoli distinti. Il backup si concentra sulla creazione di copie di sicurezza e sul ripristino dei dati, mentre il disaster recovery punta a ripristinare l’intera infrastruttura IT e le operazioni aziendali a seguito di eventi disruptive come attacchi cyber o eventi naturali avversi.
 

Come sviluppare un piano di recovery efficace

Il disaster recovery, come peraltro anche il backup, ha bisogno di pianificazione accurata.

Prima di definire il Disaster Recovery Plan, è fondamentale condurre una Business Impact Analysis (BIA). Questo processo permette di identificare e valutare l’impatto che un’interruzione potrebbe avere sulle operazioni aziendali, così da stabilire le priorità di ripristino e a definire parametri chiave come RTO (Recovery Time Objective) e RPO (Recovery Point Objective), fondamentali per la realizzazione di un plan efficace.

Il documento strategico in cui l’azienda definisce procedure, tecnologie, ruoli e modalità di comunicazione durante gli eventi avversi è dunque il disaster recovery plan. Elementi chiave del plan sono:

  • Analisi del rischio;
  • Definizione delle responsabilità;
  • Definizione della metodologia di DR e del failover (replica sincrona dei dati, asincrona…);
  • Procedure di ripristino dell’infrastruttura IT;
  • Test e aggiornamenti periodici.

 

Testare e aggiornare il piano di disaster recovery

Un Disaster Recovery Plan efficace deve essere testato e aggiornato regolarmente per garantirne l’efficacia nel tempo. Sono troppi gli elementi che concorrono alla sua efficacia per poterlo considerare un documento statico; ogni modifica infrastrutturale, l’evoluzione delle minacce e la crescita dell’azienda richiedono modifiche e aggiornamenti.

Le aziende dovrebbero quindi eseguire simulazioni periodiche in momenti precisi per verificare la tempestività del ripristino e individuare eventuali criticità senza il rischio di bloccare o limitare la produttività quotidiana. In questo modo, l’azienda si assicura che ogni membro del team conosca il proprio ruolo in caso di emergenza, sia aggiornato sulle procedure e, eventualmente, sulle nuove tecnologie adottate per accelerare le procedure di ripristino.